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Dottoressa Patrizia Proietti – Psicologo – Roma (RM)

Dottoressa Patrizia Proietti – Psicologo – Roma (RM)

Il mio incontro con l’Analisi Transazionale risale a molti anni fa quando, neolaureata in Pedagogia, mi iscrissi alla facoltà di Psicologia per assecondare una antica passione. Iniziai contemporaneamente il mio primo percorso terapeutico personale di gruppo e una Scuola di Specializzazione in Analisi Transazionale (AT): la scelta fu casuale, dettata dalla fortuita partecipazione ad una maratona di psicoterapia durante la quale scoprii Berne, le sue idee, il suo approccio al disagio psicologico.

Negli anni di formazione ho svolto attività di tirocinio nella Comunità di Capodarco. Il clima era allegro e collaborativo e mi colpiva il grande rispetto che ognuno mostrava nei confronti dei tempi dell’altro. «Dovrai soltanto stare con i ragazzi…», mi dissero, situazione che costituiva per me una fonte di ansia. Ma la dimensione dello “stare con” si è rivelata invece un’esperienza fondamentale: mi ha permesso di capire infatti che l’utente è una “persona” che non deve essere costretta a fare qualcosa ma ha diritto anche a momenti di pausa, di riposo, nei quali possa fare solo quello che vuole fare: «Un po’ di musica?», «Mi piace stare qui fuori, si sta bene».

Durante quel periodo ho continuato il mio lavoro di insegnante in una scuola elementare nella quale, per 40 anni, ogni settimana ho condotto con i miei alunni un’attività di circle-time secondo le modalità di gruppo dell’AT. Questa attività, volta a promuovere nella classe un clima favorevole alla crescita personale di ogni alunno e all’instaurarsi di relazioni interpersonali, permette di raggiungere un livello di autonomia, adeguato all’età, attraverso l’acquisizione e il consolidamento di alcune capacità: comunicare in modo diretto, ricevere dai compagni un feed-back sul proprio comportamento, riuscire ad esprimere i propri sentimenti, sperimentare nuovi modi di agire e di pensare, essere consapevoli del proprio corpo, dei propri vissuti, del “qui ed ora”. È sempre stato per me entusiasmante condurre il gruppo ed ho verificato ogni volta come sia vero quello che Berne sosteneva, quanto sia facile cioè l’accesso ai concetti basilari dell’AT e il fatto che anche un bambino, a partire dalla prima classe, possa riflettere sul proprio comportamento e assumerne la responsabilità.

Condivido pienamente i principi fondamentali dell’AT: l’idea che ogni persona sia capace di risolvere i propri problemi e di autodeterminarsi; la responsabilità di ogni individuo rispetto al proprio comportamento; la relazione di fiducia e di rispetto che si instaura tra paziente e terapeuta e che costituisce il fondamento dell’alleanza terapeutica; l’accettazione di sé e dell’altro che si identifica nel doppio OK+ e si concretizza nel contratto, impegno mediante il quale paziente e terapeuta condividono alla pari la responsabilità del cambiamento. Condivido infine l’obiettivo del processo psicoterapeutico che Berne identificava con la conquista dell’autonomia intesa come capacità di essere consapevoli dei propri bisogni, pensieri, comportamenti e di esprimere spontaneamente i propri sentimenti nel “qui ed ora”.

La prestazione offerta è una psicoterapia ad indirizzo Analitico Transazionale diretta al conseguimento degli obiettivi, prefissati dal cliente in accordo con lo psicoterapeuta, per una migliore qualità di vita.

Il trattamento sarà finalizzato, attraverso l’alleanza terapeutica e la collaborazione da parte del cliente, al conseguimento della migliore realizzazione di se stessi e delle proprie potenzialità; all’aumento della conoscenza di sé; all’accettazione dei propri limiti; alla riduzione della sofferenza psichico-emotiva; al miglioramento della gestione dei propri stati emotivi e dei propri impulsi.

L’Analisi Transazionale è una teoria della personalità elaborata dallo psichiatra Eric Berne (1910 – 1970); è un modo per analizzare i rapporti sociali; è un approccio terapeutico alla maggior parte dei problemi psicologici volto al raggiungimento di una sempre maggiore autonomia intesa come recupero di tre capacità:

  • la consapevolezza di sé, del proprio corpo, del proprio modo di interagire, dei propri bisogni e potenzialità, delle proprie emozioni e di vivere nel qui ed ora «e non altrove, nel passato o nel futuro» (Berne,1964);
  • la spontaneità di scegliere ed esprimere un sentimento e un comportamento adeguati alla situazione esplorando nuovi modi di agire, di pensare, di sentire e assumendo la responsabilità di comportamenti, pensieri e sentimenti;
  • l’intimità ossia l’espressione più genuina e immediata di sé.

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